martedì 10 gennaio 2023

Banda Cacciatori di Streghe - Campagna di Lustria

 


Federico Cornelio Emiliano, figlio di Arturo Cornelio Emiliano, Magister Secundus della Camera dell'Inquisizione, come suo padre non poteva esimersi dal compiere il suo dovere di portare la parola di Sigmar ovunque il cielo toccasse l'orizzonte.

A bordo della “Invigilus” solcava i mari verso la terra ai più sconosciuta: Lustria.

Già alcuni reggimenti dei mercanti di Tilea avevano provato a esplorare queste terre, pochi tornarono. Ancora meno erano in salute. La maggioranza erano pazzi.

I soldati parlavano di serpenti volanti alati, di piante che si muovono e ti avvolgono, di lucertole grandi come galee e di creature che possono spostare montagne e fiumi solo posando su di loro lo sguardo. Follia!

Nessuno dei loro racconti era credibile.

Hanno tutti confessato la loro eresia.

Hanno trovato la pace nell'oblio.

La Camera aveva ordinato al capitano e alla sua banda di esplorare e riportare informazioni su questa terra  e lo autorizzava, con una bolla, all’epurazione di ogni forma di magia non autorizzata.

Se in questo luogo c'erano sacerdoti e sciamani eretici dovevano trovare la punizione tra le fiamme di Sigmar.

Qualcuno bussò alla cabina di Federico mentre stava pensando al viaggio.

Salvador aprì la porta.

 -Posso Capitano?-

Federico aveva voluto con sé i suoi tre migliori cacciatori di streghe, nonché suoi amici: Salvador, Willem e John, provenienti da tutto l'impero. Essi erano parte dell'ordine della Fiamma Bianca , un ordine segreto fondato dal padre di Federico che si occupava di operazioni al di fuori dei territori di Karl Franz su diretto ordine del Grande Teogonista. I tre, vestiti con i loro abiti bianchi, erano come fiamme nel buio dell’eresia e portavano morte alle streghe e agli eretici.

       Siamo quasi giunti a destinazione, Federico. Ordini?-

       All'arrivo stabiliamo un perimetro, facciamo campo base e montiamo la guardia. E' tutto-

Salvador fece un cenno e uscì dalla cabina.

Le sue origini erano tileane ma era scappato presto da quelle terre. Corruzione, violenza e mercenari prepotenti avevano fatto scappare la sua famiglia da Tilea. Dopo la fuga crebbe a Parravon dove si era stabilito con i famigliari dopo il lungo viaggio. Fu lì che conobbe il prete che lo introdusse alla Fiamma Bianca all'età di 17 anni. Ora combatte con vigore per Sigmar.

Sul ponte, il prete Martin urlava e sbraitava su quanto Sigmar volesse che i marinai si impegnassero di più e come il suo martello poteva finire laddove non batte il sole in ognuno di loro se non ci mettevano olio di gomito nei loro compiti. Willem e John erano seduti sui barili a pulire le armi e fare il filo alle spade ridendo di ogni sbraito del prete di Sigmar.

Willem era un ubriacone nelle taverne di Altdorf e il vizio del bere gli è rimasto, ha sempre con sé le fiale di liquore che nasconde agli altri spacciandole per veleno per le armi. Rimane comunque uno dei più temuti e rispettati cacciatori della Fiamma. 

Il suo compagno John era una persona risoluta. Rosso di capelli e alto più del normale per un uomo dell’Impero, si capivano palesemente le sue origini del Nordland. Testardo e irascibile era solito agire in solitaria ignorando spesso gli ordini del capitano ma di quest'ultimo aveva la stima per la sua risolutezza.

Le urla e le incitazioni di Martin comunque non coprivano il chiasso che in cambusa facevano i pazzi fanatici dei flagellanti.

Un gruppetto di personcine per bene con un’accesa propensione alla violenza quando non pregano Sigmar e non predicono, la fine del mondo a colpi di flagello.

Martin aveva promesso all’Ordine di prendersi cura di loro e aveva chiesto a Federico di poterli portare in Lustria, sarebbero serviti sicuramente.

Nelle stanze più buie della coperta vi erano due figure assai misteriose. I loro nomi erano stati dimenticati da tempo. Erano sicuramente parenti di qualche esponente importante dell’Ordine ma erano ancora inesperti per poter esser chiamati Cacciatori.

Fratello Metallo e Fratello Ardente erano i loro soprannomi.

Il primo indossava la corazza incisa di preghiere, compresa la maschera e il secondo era solito portare in battaglia un pesante martello benedetto e un braciere sul capo.

Federico uscì dalla sua cabina e con un balzo sulle sue spalle si pose Malasorte, il gatto nero ipertrofico ultimo ed unico membro della sua famiglia. Furono i Norsmanni con una razzia nel suo villaggio a portargli via la moglie e la figlia. Malasorte riuscì a sopravvivere e strappare un occhio a un predone prima di dileguarsi nelle ombre. Dalla scoperta della tregedia, Malasorte divenne l’ombra e l’angelo custode del capitano. Malasorte era talmente coraggioso che non aveva neanche paura dei mastini dell'ordine della Fiamma Bianca.

Trapper, Scar, Virtus e Malocchio, i Mastini del Capitano, erano da anni i più affidabili servitori di Federico e di Sigmar. Un osso o una gamba da staccare era un ottimo premio e a loro non serviva altro per essere soddisfatti e felici.

Questa avventura rendeva orgoglioso Federico. Poggiandosi sul parapetto del ponte di coperta, respirava a pieni polmoni l'aria di mare e la brezza  gli accarezzava il volto, forse era lo spirito della moglie che gli donava coraggio.

Oramai non vedeva l'ora di sbarcare a terra e portare la parola di Sigmar nella giungla, andando a caccia degli sciamani e sacerdoti eretici e del fantomatico serpente alato...sempre che esista.